mercoledì 26 gennaio 2011

Riorganizzazione e accorpamenti nei reparti ospedalieri non convincono il comitato Elba Sanità

Da Tirreno Elba News:



OSPEDALE, ALLARME PERSONALE NEL MATERNO-INFANTILE
RIDOTTI DA 17 A 12 LE INFERMIERE, DUE SOLE NEL TURNO DI NOTTE: SE UNA VA IN SALA PARTO NE RESTA UNA SOLA PER PEDIATRIA E OSTETRICIA. LA DENUNCIA DEL COMITATO ELBA SANITÀ: "DA TRE ANNI SOFFRIAMO IN TUTTI I REPARTI, ORA SE LE COSE FUNZIONANO È GRAZIE A MEDICI E OPERATORI"
Riorganizzazione e accorpamenti nei reparti ospedalieri non convincono il comitato Elba Sanità, che pone l’accento soprattutto sulla carenza di personale. “La riorganizzazione che sta procedendo piuttosto velocemente - spiega Michele Rampini, portavoce del Comitato Elba Sanità - ci lascia interdetti su alcune problematiche tra cui, in particolare, la carenza di personale. Si sa che le risorse sono limitate e che quindi c’è necessità di razionalizzare il sistema; qello che noi notiamo, però - sottolinea Rampini - è che dietro questa organizzazione non c’è personale sufficiente che possa supportarla e che non produce quell’efficienza che invece dovrebbe produrre. In Radiologia ci sono solo due radiologi. Ci sono due anestesisti, di cui uno attivo 24 ore su 24 e uno su chiamata. Per reggere tutto l’ospedale ci sembra veramente poco”.

Di tutta la situazione, secondo il comitato, alcuni reparti soffrono più di altri, come l’area materno infantile che ha comunque alcune novità positive secondo la dottoressa Maria Luisa Chiappa, altro membro del Comitato elbano. “E’ positivo che l’area sia tutta sullo stesso piano – chiarisce la dottoressa - Il problema sono gli spazi ridotti. Ci troviamo l’Ostetricia, neonati e Pediatria, mettendo insieme bambini, in certi casi con patologie, e neonati. E nonostante il personale infermieristico e medico sia molto attento alle norme di igiene questi problemi ci sono. Penso che la cosa migliore sarebbe allargare gli spazi ed estendersi al secondo piano”.

Inoltre, secondo la dottoressa, quando si fanno due reparti così vicini e accorpati si prevedono anche due accessi diversi, in modo da non fare un reparto dentro l’altro ma ognuno con accesi indipendenti. E questo non c’è. “L’altro problema grosso è quello del personale infermieristico – continua Chiappa - drasticamente ridotto da 17 unità a 12. Questo vuol dire tre persone in turno al mattino, e ci siamo, due al pomeriggio e due la notte. E qui iniziano le difficoltà - secondo la dottoressa - perché un’infermiera sta in ostetricia e una si occupa dei neonati pediatria. Nel caso in cui una venga chiamata in sala parto o in sala operatoria, praticamente il reparto è affidato ad un’unica infermiera che sui deve occupare contemporaneamente della pediatria e dell’ostetricia. E questo chiaramente non va bene. E’ un problema molto grosso”.

Nei prossimi giorni il comitato incontrerà i vertici dell’Azienda Asl 6. “Faremo presente queste cose e la cosa migliore è farla attraverso il dialogo – chiarisce Chiappa - Quello che ho notato in questi ultimi anni è un impoverimento nell’ambito ospedaliero un po’ in tutti i servizi. Forse bisogna cominciare a ragionare non con la mentalità di chi sta sul continente Lo dico per esperienza personale, ma di chi vive sull’isola, con tutte le problematiche dell’isola dove le distanze cambiano e cambiano tantissimo. Abbiamo parlato dell’are materno-infantile, ma le problematiche le possiamo estendere a tutti gli altri reparti che hano sofferto soprattutto a partire dal 2007 in poi”.

Quando la dottoressa è arrivata all’Elba, nel 2002 ha trovato un ospedale che, “nel piccolo” poteva funzionare. “Mancava solo il servizio di guardia di rianimazione 24 ore su 24 – spiega Chiappa - e questo non vuol dire avere un reparto di Rianimazione che è tutt’altra cosa, ma un servizio di guardia attiva. A partire dalla metà del 2007 in poi si è assistito a una progressiva riduzione. E’ giusto rivedere le cose e i programmi, ma poniamo attenzione, perché quando andiamo a togliere sul poco, poi non abbiamo più nulla. Si continua a dire di trasformare questo ospedale in un grande pronto soccorso. Ma un grande pronto soccorso richiede tante figure presenti e queste non ci sono, Quindi alla fine tutto si ribalta sui pochi medici che ci sono al pronto soccorso e nei reparti. E ricordiamoci – termina la dottoressa - che se le cose qui non sono poi andate male e grazie al cielo finiscono bene è perchè c’è tantissima disponibilità del personale medico e infermieristico di tutti i reparti che nel momento dell’urgenza e dell’emergenza trasforma il servizio di reperibilità in guardia e c’è un livello di collaborazione che nei grandi ospedali non si vede ed è per questo che le cose hanno un buon esito".

  mercoledì 26 gennaio 2011 - 02.52

Foto 1: Cartello del comitato in una recente protesta

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