"Terapia per un bambino disabile Ritardi e lungaggini assurde"
Il comitato Elba sanità torna a segnalare un caso di malasanità "ancor più spiacevole" perché a danno di un ragazzino costretto a usare una sedia a rotelle: "Non ha ancora potuto iniziare i trattamenti post-operatori"
la denuncia

Un manifesto del comitato Elba sanità
Il Comitato Elba Sanità denuncia un altro episodio di malasanità, “ancora più spiacevole – dicono dal comitato - perché perpetrato a danno di un bimbo per di più gravemente disabile ai sensi della legge 104 del 1992”.Ecco il racconto del comitato: “La famiglia è di Porto Azzurro, al figlio di 11 anni, appunto gravemente disabile, nel 2010 era stato consigliato da numerosi medici e dalla fisioterapista operante all’Elba una visita da parte di un medico specialista di Reggio Emilia. Lo specialista indicava l’opportunità di effettuare un intervento chirurgico agli arti inferiori. A seguito di tale operazione sarebbe stato assolutamente indispensabile avere una sedia a rotelle con schienale reclinabile, ginocchiere rigide, nonché numerose sedute di fisioterapia. Prima dell’intervento i genitori si sono prodigati affinché gli interventi post-operatori potessero essere doverosamente garantiti. Non essendo ovviamente esperti in materia si sono rivolti in prima istanza alla fisioterapista la quale, come riportato da loro stessi, invece di assisterli e suggerire con tranquillità il percorso da intraprendere, rispondeva arrogantemente che non era sua competenza bensì del dottore che doveva viceversa occuparsene. Quest’ultimo, fattosi parte diligente, assicurava, come da normativa una via preferenziale al lungo e difficile percorso riabilitativo.
Purtroppo nemmeno il giorno prima della loro partenza alla volta di Reggio Emilia per l’operazione avevano ancora a disposizione la sedia speciale. Si era resa disponibile solo una sedia fornita dalla struttura di Piombino, ma non con il fondamentale requisito dello schienale reclinabile. Al loro rientro, avvenuto circa una settimana fa da Piombino avevano ottenuto una sedia a rotelle con schienale reclinabile, ma per adulti, in attesa di ottenerne una adatta a un bimbo di 11 anni, senza ottenere una immediata assistenza di qualsiasi tipo. Paradossalmente, i trattamenti fisioterapici ancora non sono stati iniziati essendo operativa una sola fisioterapista che deve sottostare a turni massacranti e a un superlavoro per cui la terapia riabilitativa fatta al bambino sarebbe potuta essere sì effettuata, trascurando, però, quella a favore di altri bimbi. Così è stato risposto. Sembra una assurdità, ma purtroppo è tutto vero. Per poter risolvere il caso, la direzione di zona e gli altri medici responsabili interpellati rispondevano che si dovevano riunire per trovare una soluzione. Intanto è trascorsa inutilmente un'altra settimana. Riteniamo che tutto questo sia vergognoso. Infatti i responsabili dovevano prima dell’intervento predisporre di già tutte le condizioni affinché le suddette necessità fossero completamente assolte e le fondamentali terapie post operatorie fossero immediatamente eseguibili, esigenza assolutamente imprescindibile per assicurare la piena efficacia dell’operazione chirurgica. È impensabile che ancora una volta la direzione dell’Usl 6 e le strutture sovra aziendali non ci forniscano un numero di personale adeguato a danno dei cittadini soprattutto disabili e per di più minorenni, con possibile ancora maggiore grave danno per la loro vita futura. Simili pesanti responsabilità devono essere conosciute e stigmatizzate severamente.
mercoledì 11 maggio 2011- 1.57
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